martedì 8 novembre 2016

Mamme

Torno ogni tanto da queste parti. Vorrei tornare più spesso ma il tempo a disposizione è poco e devi scegliere tra doveri e piaceri. I primi vincono, a maggior ragione quando hai una bimba che scorrazza per casa.
Sui social spesso postano foto con messaggi amorevoli per le mamme che non ci sono più. Di uno sdolcinato che odio, che non sopporto.
Sarà forse perché la mia l'ho odiata?
La mia mamma non c'è più da tanti anni e non mi manca. Mi dispiace che non ci sia per mio padre che l'ha amata e adorata.
Era una donna forte, che ha affrontato con coraggio tutte le sventure che le sono capitate ma con noi figli è stata una stronza immensa. E soprattutto con me.
La mia unica colpa? E che ne so.
Forse sono nata femmina in un epoca in cui ancora il figlio maschio era il più ambito.
Forse l'essere buona e silenziosa che mi ha fatto passare ai suoi occhi come sfaticata e oziosa.
Forse essere l'opposto di mio fratello nel quale si riconosceva di più.
Alla fine, io bambina e ragazza responsabile, ubbidiente, che si è arrangiata a crescere senza una madre presente, sono stata accusata di essere uguale a mio padre e di non avere il buon carattere di mio fratello. Lui però fumava e fuma. Usciva dalla finestra per farsi i cavoli suoi, gli si rivoltava contro. Però lui era bravo.
Io invece facevo i miei compiti, andavo a scuola responsabilmente, facevo già le faccende in casa che andavo ancora alle medie, cucinavo, facevo la spesa, e stavo buona al mio posto. Certo durante l'adolescenza chi non era un po' sfaticato, certo facevo tutto a rilento però lo facevo, mentre le ragazzine della mia età giocavano tranquille.
Torni a casa e non c'è e ti tocca farti il pranzo. Lavori e il giovedì che è il tuo giorno libero non puoi fare come ti pare perché lei ha bisogno di aiuto. Non ti puoi truccare perché i trucchi costano. Non ti tingere i capelli. Insomma una madre amorevole.
E nonostante tutto l'ho aiutata economicamente quando le è servito, mi sono preoccupata di lei quando non stava bene.
E' morta in un incidente stradale. La mattina non ci siamo salutate. Lei mi ha litigato perché a 24 anni mi sono permessa di tingermi i capelli di rosso con una di quelle tinte da supermercato.
E così ci siamo lasciate.
Unico pregio? Gli anni di formazione in faccende, il non tenere segreti sul lavoro che svolgeva con mio padre, l'allenamento all'indipendenza dal suo affetto mi ha fatto affrontare tutto quello che è seguito senza grandi traumi o sconvolgimenti. Devi solo aggiustare la rotta, sistemare qualche cosa e andare avanti.
Per anni, nei miei sogni, ho litigato con lei, le ho vomitato addosso tante cose rimaste in sospeso.
Non mi manca, non mi serve.
Traggo insegnamento dai suoi errori per cercare di essere una brava madre.
A differenza di lei sarò presente alle rappresentazioni scolastiche, cercherò di capire com'è mia figlia. Cercherò di fare tante cose con lei. Sarò presente per lei. Me la godrò finché me lo permetterà.
Come mia madre le insegnerò a fare tante cose, cucinare, badare alla casa, cucire, tanti lavori faidate. Questo glielo devo riconoscere come merito.
Le insegnerò l'importanza del leggere, ad essere sempre curiosa, ad amare il prossimo, il senso e il significato di famiglia.
Spero che nella vita scopra di avere una passione e, se questa diventerà un lavoro, che la renderà economicamente indipendente, sarà fantastico.
La perdita di mia madre mi ha reso libera, mi ha aperto la strada alla vita ma mi ha anche lasciato la paura che domani non potresti esserci. Spero mi venga data la possibilità di vivere a lungo o abbastanza da vedere mia figlia grande e realizzata.

Spero di tornare presto a scrivere quello che non so dire

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